Ciclabile Lecco – Milano

Un mondo intero sotto casa…mia.

C’è un famoso detto che recita “l’erba del vicino è sempre più verde” e riguarda più o meno l’abitudine che abbiamo, chi più o chi meno, di considerare migliori le cose degli altri rispetto alle proprie. Per noi italiani forse l’unico settore in cui questo detto non è mai assolutamente stato citato è il cibo, al contrario invece turismo e territori non sono stati sempre risparmiati. Specialmente quando magari sono luoghi che hai sotto casa, che vedi ogni giorno, che sai che sono lì ed hai tutto il tempo che vuoi per visitarli, un giorno… Allora visto che tanto non scappano, nel mentre ti fai viaggi in giro per il resto d’Italia, dell’Europa se non del mondo. Fai trekking e cammini ovunque, fino a Roma o  Finisterre magari, mentre i sentieri che hai sotto casa al limite sono un allenamento ogni tanto.

Fino a quando prima o poi ti ci ritrovi a camminare sempre più spesso, perché sotto casa è comodo, perché è tranquillo e perché ogni volta riscopri qualcosa che avevi dimenticato oppure nemmeno conoscevi. E poi perché dopotutto è casa tua, dove sei nato e cresciuto quindi in qualche modo ci tieni.

A me è successo proprio così, il fiume Adda mi passa sotto casa, lo conoscevo di già ovviamente, in 40 anni volete che non ci sia mai andato? Quando ero bambino qualche volta mi ci aveva portato mio nonno a pescare….lui, da ragazzo qualche giro in bici con gli amici e qualche pomeriggio alle spiaggette vicino alle rapide del cosiddetto “Adda vecchio”, poi il vuoto per tantissimo tempo. Lavoro e lavoro e poca voglia, anche solo di percorrere le discese per arrivarci lungo il fiume, aggiungiamoci il poco interesse che avevo per la storia del territorio e il fatto non trascurabile che non sono proprio a mio agio vicino i corsi d’acqua e stop, ho trascurato il fiume Adda e tutto il suo mondo per molti anni.

Fino a quando ho iniziato a camminare, se avete letto qualche articolo precedente o ne leggerete dopo di questo, capirete di cosa parlo… due passi qua e là.

Insomma ho recuperato gli anni di vuoto passeggiando avanti e indietro da Lecco a Porto d’Adda non so quante volte e per quanti km in totale, più recentemente poi ho concluso il pezzo che mi mancava camminando fino a Gorgonzola. Si lo so, il titolo dice Milano, se vorrete farlo fino in città magari in bicicletta, la ciclabile del naviglio ci arriva tranquillamente. Io a piedi ho preferito risparmiarmi gli ultimi 18 km di asfalto.

Mentre concludevo questo pezzo mancante di Adda e poi di naviglio della Martesana mi è venuto in mente di scrivere questo articolo, un riassunto più o meno di tutto quello che di bello ha da offrire questo percorso ciclabile che oramai chiamo casa, riassunto che però per la quantità appunto di cose da vedere verrebbe quasi un libro, quindi ho creato una mappa con Google map, non ho segnato ogni angolo, ogni chiusa o ogni scorcio da Lecco a Gorgonzola ma rende decisamente l’idea. Ogni punto poi ha la sua foto e un link a wikipedia se volete documentarvi.

Qualche esempio può essere il Traghetto di Imbersago, unico esemplare del suo genere tutt’ora funzionante, anche detto di Leonardo perché sebbene non esistono documenti certi, pare sia stato creato seguendo progetti di Leonardo DaVinci. Un’altra grande opera poco distante è il Ponte San Michelecapolavoro dell’industria italiana costruito tra il 1887 e 1889 lungo 266 metri e alto 85. Più avanti ancora, a Porto d’Adda si incontra la Centrale idroelettrica Bertinidi proprietà Edison venne costruita nel 1895 ed è ancora oggi tra le più antiche centrali ancora in funzione in Europa…

 

 

Per non parlare della fauna: aironi, anatre, cigni, germani, piccoli roditori e chi più ne più ne metta…

 

 

Il resto scopritelo da voi, già a Lecco ad esempio potrei consigliarvi prima di partire lungo la ciclovia di prendervi del tempo e guardare dove siete. Arrivati in zona Concesa, dove inizia il naviglio della Martesana, consiglio invece di percorrere la passerella che attraversa il fiume per fare visita al Villaggio di Crespi d’Adda dal 1995 patrimonio dell’umanità UNESCO.

 

 

Ovviamente l’Adda è molto di più, non inizia a Lecco e non finisce a Trezzo, questa è solo la parte che ho percorso e che conosco, quella che interessa appunto la ciclovia Lecco-Milano.

Sempre in argomento cammini c’è anche da segnalare che il tratto da Imbersago fino all’altezza di Cornate d’Adda coincide con un tratto del Cammino di Sant’Agostino, che appunto dopo aver fatto visita al Santuario della Madonna del Bosco, scende lungo il fiume per fare tappa anche al Santuario della Rocchetta a Paderno d’Adda.

Più a sud poi, a Concesa, coincide con il naviglio della Martesana proprio dove nasce, fino a poco prima di Groppello d’Adda, poi ancora da Cassano d’Adda fino a dove il naviglio diventa sotterraneo in zona Cassina de’ Pomm non lontano dalla Stazione Centrale di Milano.

 

N.Passi: 60539

Santu Jacu, ma anche cammini e camminatori 

Ci ho messo tanto a scrivere questo articolo, più che altro a decidermi se scriverlo o non scriverlo. Perché non posso parlare semplicemente del cammino di Santu Jacu “appena” concluso senza allargare il discorso ai camminatori ed a come affrontano un cammino. Almeno, mi sento di doverlo fare.

Prima di tutto ci tengo a dire che il Cammino di Santu Jacu è stata un’esperienza stupenda, attraversare in solitaria l’entroterra sardo mi ha dato modo di conoscere una regione che non avevo mai visitato e di cui mi sono subito innamorato, anche senza aver visto le  sue fantastiche e famose spiagge. Ho conosciuto persone molto accoglienti, simpatiche e alla mano che aspettano solo di poter ospitare tanti altri pellegrini per raccontare della loro storia e far assaggiare i sapori tipici  della loro terra.

Ho deciso di mettere giù qualche riga solo ora, subito dopo l’estate, dopo il periodo di maggior affluenza sui cammini in generale. Solo nel mese di agosto ho letto di un paio di pellegrini morti presumibilmente per malore, e altri soccorsi per vari motivi, ho letto anche di pellegrini persi e recuperati sul cammino Francese verso Santiago, che in periodo di piena è come perdersi al proprio paese mentre si segue una processione.

È vero che in fondo si tratta semplicemente di camminare, ma come per tutte le cose credo che bisognerebbe affrontarle con un minimo di attenzione ed un po’ di umiltà.

Il cammino di Santiago coi suoi 270 mila pellegrini all’anno (dati 2017) è il punto di riferimento dove tutti guardano e con cui paragonano gli altri cammini, ma gli altri cammini non avendo quei numeri non sono paragonabili invece, sotto tanti aspetti. Lasciando perdere costi, organizzazione etc. che per forza di cose sono adeguati all’enorme flusso annuale, parliamo invece di sicurezza.

Questo articolo non è rivolto a quei camminatori magari solitari, con tenda, fornelletto è tutto il resto. Che fanno trekking per il mondo e che sanno arrangiarsi in ogni circostanza, sicuramente meglio di me. Questo articolo è rivolto a tutti gli altri….

Il cammino di Santiago ha avuto tanti anni e stanzianenti costanti per mettere in sicurezza tutti  e 800 i km del cammino rendendolo praticamente a tutti gli effetti una corsia preferenziale per i pellegrini, ben segnata e sicura. Eppure ogni anno c’è qualcuno che si fa male, si perde o peggio. Questo perché per la legge dei grandi numeri, qualcuno che forse non è proprio adatto ad imprese del genere c’è sempre, qualcuno che magari senza alcuna offesa, non è proprio il tipo che sa arrangiarsi, che affronta gli imprevisti, che è fatto per stare via da casa per un lungo cammino insomma. Poi è vero, gli incidenti possono capitare anche alla gente in gamba così come certi malori non si possono prevedere, non vorrei generalizzare. Ma comunque, anche dei tanti che arrivano alla fine senza problemi, catapultati su un cammino meno organizzato e battuto potrebbero averne invece, perché appunto gli altri cammini non sono quello di Santiago.

Ora, non sto dicendo che al confronto la Francigena, il Santu Jacu o altri sono percorsi tipo le Spartan Race, con fiumi da guadare, reti da arrampicata e bagni di fango. Dico solo che vanno affrontati con un po’ più di spirito di adattamento e di attenzione, specialmente tra i due citati e  che ho percorso, il cammino sardo.

Per far crescere un cammino serve per prima cosa ovviamente che la gente ci cammini e per far sì che succeda servono dei camminatori “apripista”. I primi 10, 100, 1000 e così via, che lo percorrono e quando tornano a casa fanno passaparola, tutto sommato credo di averlo fatto anche io con questo blog . Ma altrettanto importante è che questi apripista non ci lascino le penne altrimenti un cammino in crescita muore anche lui sul nascere.

Da organizzatore o colui che si occupa di cammini, se lo fossi, metterei in guardia i pellegrini avvisandoli che non è tutto come Santiago, che camminare da soli su un’altro cammino non è come farlo in Spagna. Immaginate, per fare un esempio, di prendere gente che si perde anche sul Francese o che va nel panico se non trova posto al primo albergue, immaginate di prenderlo e metterlo su un cammino dove l’acqua non è così frequente, dove tra inizio e fine tappa nel mezzo non c’è niente e quasi sempre nessuno, immaginateli trovarsi cani pastore o altri animali sulla strada in posti dove non passa nessuno per ore, se non giorni.

Un cammino diventa davvero per tutti quando è sicuro al 100% e anche allora, tornando alla legge dei grandi numeri, c’è sempre quello che riesce a farsi male. Quindi non mi sento in colpa se dico che non basta tornare da Santiago per affrontare allo stesso modo altri cammini meno battuti.

Ci vuole ancora più attenzione e spirito di adattamento, prudenza e un po’ di organizzazione. Valutate se non è il caso di camminare in compagnia, per avere sempre qualcuno su cui contare e viceversa.

Detto questo mettetevi lo zaino in spalla e partite, che sia Santiago o la via degli Dei, la Francigena o il Santu Jacu sono tutte esperienze diverse ma altrettanto fantastiche ed io li rifarei tutti. Perché? se avete letto questo mio blog fino a qui oramai dovreste saperlo.

Buon Cammino.

 

 

 

Santu Jacu: giorno 1

Da Sassari a Codrongianos 

Sveglia alle 6:30, mi preparo, metto via tutto nello zaino e poi preparo la colazione con quello che il B&B mette a disposizione, poi via finalmente in cammino.

Esco dalla città tra l’odore di caffè e brioces che esce da ogni bar, su una lunga strada in salita che dopo una leggera svolta e una  discesa torna a salire nel punto in cui finalmente lascio il traffico su una strada più piccola, passa solo un’auto ogni tanto, cammino tra ville e uliveti per almeno 3 km in santa pace.

Giro su un sentiero ripido e scosceso su pietra e sassi che mi porta giù in una vallata tra le rocce scavate dal tempo.

Procedo su una piccola stradina sempre su asfalto passando anche sotto ad un ponticello dove sopra passa la ferrovia, fino a quando arrivo ad una strada più grande leggermente in salita e abbastaza trafficata che mi porta ad Ossi dove mi fermo per una piccola pausa ed un caffè. Non fa eccessivamente caldo per ora e ogni tanto soffia il vento, quasi l’ideale per camminare.

Riparto salendo verso la chiesa e poi esco dal paese, attraverso Cargeghe, un piccolissimo paese ma ben tenuto e procedo su una lunga strada provinciale che si affaccia su un bel paesaggio collinare che dopo un’altra lunga ma dolce salita mi porta a Florinas, qui mi fermo ancora in un piccolo parco giochi a riposare mangiandomi anche una mela.


Da Florinas a Codrongianos, meta di oggi,  mi dividono solo altri 4 km. Chiamo la ragazza che si occupa del B&B che mi porta le chiavi, anche oggi non sono riuscito a usufruire dell’accoglienza convenzionata, quando ho chiamato ieri il padrone di casa non stava bene così ho preferito non disturbare e cercare altro, un’altro appartamentino sempre a 30 euro provvisto di tutto.

Mi lavo, mi rilasso e poi faccio un piccolo giretto in questo piccolo paese aspettando che il piccolissimo minimarket apra per fare una piccola spesa per sta sera.

Una prima tappa carina nonostante quasi tutta sull’asfalto, i segnali ci sono ma senza gps non so se riuscirei a non perderemi, in parecchi bivi non ne ho visti e sbagliare strada non è mai bello quando di km se ne devono percorrere 25/30, vediamo come procede più avanti. Altra nota negativa di oggi è che lungo la strada ho contato qualcosa come 4 o 5 fontanelle rotte, difficile così rifornirsi d’acqua.


N. Passi: 26651

Un nuovo cammino…

Son passati oramai 6 mesi dal mio ultimo cammino, passato l’inverno, finalmente è arrivato il momento per una nuova avventura. Avevo voglia di fare strade sconosciute, a me ma anche alla massa, un cammino diverso in una terra dove non ho mai messo piede, così dopo qualche valutazione ho deciso di puntare al Cammino di Santo Jacu in Sardegna.

Un cammino che propone 4 varianti: l’asse centrale da Porto Torres a Cagliari, il Sulcis più le isole, la variante est da Orosei a Olbia e in fine la ovest da Noragugume a Oristano. Io ho deciso per l’asse centrale da Nord fino a Sud.


Ho deciso di partire da Sassari per guadagnare un giorno in più da godermi nell’entroterra “sacrificando” la prima tappa da Porto Torres a Sassari appunto. Così ora, dopo un’ora circa di volo da Bergamo piu un’altra mezza di autobus sono arrivato a Sassari.

Oggi però non camminerò, non ne ho il tempo. Purtroppo l’accoglienza convenzionata, un B&B, era al completo è un’altro signore che a volte ospita pellegrini non era al momento disponibile, comunque per 30 euro ho trovato una sistemazione in un bell’appartamento nuovo e con tutti i confort, colazione compresa. Vado a procurarmi la credenziale, faccio uno spuntino e poi non mi rimane che fare il turista fino a sera.

Domani inizia questo mio nuovo cammino quindi a letto presto, non so cosa mi aspetta, non ho “studiato” molto percorsi e tappe. Una volta che avrò trovato da dormire la sera per il resto voglio prendermela con più calma possibile.

Con calma ma comunque con una scadenza, sarebbe bello mettersi in cammino senza una data di arrivo certa ma prenotare un volo all’ultimo momento fa la differenza tra pagare 40 euro o 140 euro o anche di più.

Ovviamente non sono partito proprio alla ceca, ho preso qualche appunto dalla pagina Facebook Amici del cammino di Santu Jacu e dal sito Camminando.eu Le tracce gps ad esempio e un breve descrittivo con qualche accoglienza convenzionata.

Spero solo di riuscirci davvero a prendermela con calma perché quando sono in giro da solo tendo a fermarmi poco ed a tenere un ritmo sostenuto. Vedremo….