Da Montefiascone a Vetralla
Ieri nonostante ho dovuto passare quasi tutta la giornata all’ostello sono stato veramente bene, l’accoglienza e la simpatia degli ospitalieri saranno una di quelle cose che porterò a casa alla fine di questo cammino. Difatti tanto mi sono trovato bene che sta mattina la colazione è andata per le lunghe e alle 8:30 sono ancora in loro compagnia e dei due pellegrini che oggi dovranno decidere se provare a continuare o no, visti i problemi ai piedi.
La mia idea iniziale era di fare una tappa piccola anche oggi e poi domani fare la variante Cimina che va da Viterbo a Sutri costeggiando il piccolo lago di Vico, però oggi ho voglia di camminare, una tappa da 14 km vorrebbe dire un’altra giornata troppo “corta”. Va beh vedrò poi, intanto saluto e ringrazio tutti e mi incammino per Viterbo. Il cielo non promette bene, c’è un nuvolone nero e un po’ di vento.
Riprendo la strada sull’antico basolato romano che più avanti diventa un sentiero e ancora poi uno sterrato che costeggia la ferrovia. Continuo sempre su questo sterrato polveroso per 6 o 7 km, incrocio una strada asfaltata e poi ancora sullo sterrato, sale un po’ tra degli ulivi e poi dopo qualche curva trovo sulla sinistra i bagni termali di Bagnaccio di cui avevo sentito parlare. Lo sterrato continua dritto e nell’aria sento un odore acre che probabilmente dipende dallo zolfo che fuoriesce dalle terme.
Altri 5 km circa e la strada diventa asfaltata all’altezza del cimitero di Viterbo, gli giro accanto sulla destra e seguendo la via Cassia entro in città. Qui decido che vista l’ora (11:30) ed il caos di questa grande città, preferisco continuare verso Vetralla.
Seguo i segni della Francigena che mi fanno uscire da Viterbo attraverso porta Faul, passo una rotonda dove a sinistra c’è un McDonald e su di un palo della luce due adesivi della Francigena mi indicano due possibili varianti. Dritto la si accorcia di 1,3 km ma dice che è meno sicura, a destra è un po’ più lunga ma tranquilla. Io vado dritto perché per i miei gusti 32 km più si accorciano meglio è.
Non so cosa c’era sull’altra variante ma la mia scelta viene subito premiata, la strada è praticamente scavata nel tufo e di macchine ne passano giusto un paio.
Proseguo tra asfalto e qualche tratto sterrato fino ad un’altro lungo sterrato che costeggia la superstrada, cade qualche goccia di pioggia ma niente di più per fortuna. Più tardi scoprirò che era più sabbia che acqua, sia le auto che incontro che i miei vestiti ne sono un po’ coperti.
Dopo una piccola salita giro in un sentiero con l’erba alta che poi sale tra gli ulivi, scollina tra alcuni campi e ridiscende, un tratto di asfalto e poi altri sentieri fino ad arrivare alla salita che entra a Vetralla, attraverso il paese verso la parrocchia che si trova vicino alla trafficata Cassia.
Mi accolgono e mi mostrano dove dormirò, farei subito la doccia ma essendo un oratorio poco dopo il mio arrivo si riempie di bambini, ed il bagno è come dire “pubblico” e non ha la chiave per chiudere quindi mi sdraio a riposare fino a quando fuori dalla porta non si sente più nessuno.
Oramai i dubbi che avevo quando mi facevano male, prima la caviglia destra e poi l’altra gamba sono svaniti, la sicurezza di riuscire ad arrivare fino a Roma mi ha portato a pensare già da un paio di giorni alle conclusioni che trarrò una volta tornato a casa. Sia a livello personale sia proprio a cosa scriverò qui su questa sorta di diario di viaggio.
N.Passi: 34560