Testimoniun e ritorno
Oggi potevo dormire quanto volevo ma alle 6:30 ero comunque sveglio, mi son girato un po’ nel letto fino a poco prima della colazione alle 7:30. Sono sceso con gli altri pellegrini ed essendoci qui la possibilità di sostare fino a 2 giorni ci sono anche quelli arrivati l’altro ieri. A cena avevo già avuto occasione di salutare Simon, non lo vedevo da più di due settimane, per l’esattezza prima di Valpromaro ed è inutile dire che rivederlo qui mi ha stupito molto visto il passo veloce che aveva lo immaginavo già a casa sua.
I discorsi più o meno sono gli stessi per tutti, cosa ci aspetta a casa e come faremo ad abituarci al ritmo che avevano prima, a non poter camminare appena sveglio e come tornare a relazionarci con la gente. In cammino incontri persone con cui condividi qualcosa e scatta subito lo scambio di idee e di racconti, mentre a casa spesso non ci si saluta nemmeno tra vicini di casa. Penso che sarà anche difficile spiegarlo, cosa si prova e cosa vuol dire camminare così tanto attraversando posto nuovi, spesso tranquilli e silenziosi.
Comunque, dopo la colazione io, Giacomo, Livio e Laura che si è unita a noi ieri sera ci avviamo verso San Pietro per ritirare il Testimonium. È solo un pezzo di carta dopotutto ma dopo 770 km (e per alcuni molti di più) uno di sicuro se lo vuole portare a casa.
Passiamo i controlli a lato della basilica, ritiriamo il badge per poter passare il cancello ed entrare in sacrestia (in realtà ci lasciano aspettare fuori) e dopo un quarto d’ora arriva un addetto che ci ritira le credenziali per poi riportarcele due minuti dopo col timbro del Vaticano e i nostri meritati attestati.
Facciamo una visita veloce alla basilica e poi una volta fuori saluto Laura che si dirige verso i musei vaticani, noi altri invece facciamo un po’ di turismo prima di tornare verso l’ostello e il ristorante che c’è vicino, dove il proprietario ha un certo riguardo verso i pellegrini.
Dopo pranzo saluto Giacomo e Livio e mi incammino verso l’albergo che ho prenotato ieri. Sta sera voglio festeggiare il mio compleanno e purtroppo restando all’ostello con gli altri non riuscirei visto che per non disturbare il “coprifuoco” è alle 22:30.
La sera da solo in albergo mi incomincia subito a salire la nostalgia del viaggio, della scoperta e delle serate con gli altri pellegrini così mi ritrovo a tirare qualche conclusione. In questi 28 giorni ho camminato sotto il sole e la pioggia, sull’asfalto e nel fango, da solo e in compagnia, in salita e in discesa a volte ho dormito un po’ scomodo, altre invece sono stato molto bene, ho zoppicato per almeno una settimana e anche quando mi è stato detto che forse sarebbe stato meglio mollare e fermarmi un paio di giorni per la tendinite ho tenuto duro e non ho continuato, sempre in cammino col mio zaino in spalla riempito con l’essenziale.
Ho imparato strada facendo ad esempio che bisogna continuare a bere sempre anche quando non si ha sete, come si usano bene i bastoni, cosa fare per curare certi problemi fisici e come prevenirli con qualche “trucco da pellegrino”. Ho conosciuto Americani, Francesi, Inglesi Olandesi, Svizzeri e ovviamente anche Italiani, tutti estremamente gentili e simpatici, condividevamo la stessa esperienza e la passione per il camminare. Religiosi o non, tutti partiti per motivi diversi, e nessuno ha mai fatto “pesare” le proprie motivazioni. La Francigena è una antica via di pellegrinaggio ma non bisogna per forza essere credenti per mettersi in cammino, ammetto che una delle mie preoccupazioni prima di partire era proprio quella di imbattermi in qualche “esaltato” di troppo o di dovermi sorbire qualche sermone obbligatorio, invece a nessuno interessa di che religione sei o non sei, il termine pellegrino semplicemente rappresenta ora tutte le persone che sono in cammino, senza distinzioni.
Tutta la Via a parte qualche cartello posto dai comuni che a volte creano confusione è segnata bene, quasi impossibile perdersi e per le accoglienze basta chiamare uno o due giorni prima per avvisare, su internet ci sono elenchi con indirizzi e numeri molto aggiornati. Non si attraversano lunghissimi tratti deserti quindi da mangiare e da bere si trovano e la sera qualche piatto tipico volendo non manca mai, certo qualche fontanella in più ci vorrebbe ma si impara subito a regolarsi con l’acqua. Salvo qualche piccolo tratto magari un po’ sconnesso le strade e i sentieri sono percorribili da chiunque e comunque con uno smartphone in tasca in caso di emergenza qualche strada alternativa là si trova facilmente.
Non so quanti leggeranno questo piccolo blog da principiante, ma comunque mi sento di consigliare a chiunque passi di qui, se non lo ha già fatto, di provare prima o poi a mettersi in cammino. Anche solo una settimana per incominciare, staccare veramente la spina per un pò senza andare a infilarsi in un villaggio vacanze o in un’altra città turistica. Ritrovarsi da soli in mezzo alla natura e al silenzio, quando siete stati veramente in pace l’ultima volta?