Da Terradillos de Los Templaros a Bercianos del Real Camino
Sveglia alle 6:00 come sempre e caffè al bar dell’albergue, la colazione un po’ più sostanziosa la faremo più tardi magari. Partiamo prendendo il sentiero che costeggia la strada che porta in centro e attraversando Terradillos siamo presto su un altro sterrato lungo, ma questa volta almeno ha qualche curva. Dopo qualche km col vento freddo che ci costringe a tirare fuori giacche e giacchette, arriviamo a San Nicolás dove ci fermiamo per una colazione vera e propria con brioche e caffè.
Quando, dopo una mezz’ora abbondante, riprendiamo a camminare, torniamo a costeggiare la statale sempre su uno sterrato che ad un certo punto sale e ci mostra in lontananza la città di Sahagún, che per quanto ci sembri vicina ci costringerà a camminare ancora per 8 km circa prima di lasciarci entrare. La città, ad essere sinceri, sembrava meglio da lontano; entriamo passando vicino alla stazione ferroviaria e poi la attraversiamo passando dal quello che sembrerebbe il centro. Ci fermiamo per pranzare all’ultimo bar che c’è prima di uscire dalla città dove il titolare ha un grande rispetto per i pellegrini e per il cammino e ci dice quanto secondo lui è importante e profondo percorrere tutti questi km fino a Santiago.
Dopo un panino, una birra ed una breve esibizione di Cristian con la chitarra trovata al bar, ci rimettiamo in cammino per gli ultimi km; all’altezza di Calzata del Coto Cristian ci saluta e aumenta il passo, vuole raggiungere dei suoi amici e coetanei che sono più avanti e quindi deve accelerare il passo se vuole arrivare prima di sera.
Noi proseguiamo invece verso Bercianos del real Camino, dove arriviamo dopo altri 5 km con un passo abbastanza spedito. Il paese non è proprio il massimo della vita e nemmeno l’ostello sinceramente, però le piccole carenze sono compensate dal calore umano e dall’atmosfera, cosa che ho già notato anche sulla Francigena nelle ospitalità a donativo dove sono stato.
Mangiamo insalata, zuppa con dentro di tutto e frutta assieme a tutti i pellegrini e poi andiamo ad assistere al tramonto poco più in alto rispetto all’ostello, una cosa molto carina che dopotutto ti fa dimenticare anche le piccole scomodità di un albergue non proprio messo bene.
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