Da Villafranca del Bierzo a O Cebreiro
Ci svegliamo presto come al solito, ieri poi ci è andata di lusso perché ci hanno messo in una piccola stanza da 8 posti e non hanno aggiunto nessuno così siamo rimasti solo noi 4.
Ci beviamo un caffè e poi ci mettiamo in cammino raggiungendo subito le altre tre Italiane che abbiamo conosciuto ieri; loro hanno iniziato il cammino da poco e ora stanno patendo i tipici dolori dei primi giorni quindi camminano piano e presto le lasciamo dietro di noi.
Tra l’altro oggi ho voglia di camminare con il mio passo e dopo una manciata di km prendo le distanze anche dagli altri.
La prima parte oggi è tutta su asfalto, per lo più sul lato di una strada che costeggia, passa sopra o sotto l’autostrada percorrendo tutta una vallata e a tratti costeggia il Rio Valcarce.
Gli unici punti un po’ variegati sono quando la via passa dentro dei piccoli paesini e nel primo di questi mi fermo per un caffè mentre aspetto gli altri.
Percorriamo altri km sempre a lato della strada quando finalmente deviamo allontanandoci e salendo per paesini che diventano mano a mano tipicamente di montagna. Ci fermiamo ad un bar per un panino e riprendiamo subito dopo, la tappa è lunga ancora.
Riprendiamo a salire sempre su asfalto e sempre tra piccolissimi paesi fino a quando le frecce gialle ci mandano sullo sterrato: da qui si fa sul serio. La salita diventa più ripida e sconnessa e saliamo di almeno 400 metri in poco tempo; arrivati alla fine di questa prima salita siamo a La Faba, dove incontriamo Cristian intento a suonare la chitarra fuori dal rifugio/albergue dove lui e un suo amico hanno deciso di fermarsi. Facciamo pausa anche noi per riprenderci dalla salita che ci ha fatto sudare non poco e dopo una birretta ripartiamo.
Enrico però decide di fermarsi qui per oggi, immagino che anche questa sera suoneranno e canteranno fino a quando non toglieranno loro la chitarra dalle mani.
Io, Grazia e Simona invece riprendiamo lungo la lunga salita che ancora ci divide dalla meta, altri 5 km circa per arrivare a quota 1300 e ancora di più per arrivare finalmente a O Cebreiro. La fatica però è ripagata da quello che ci circonda, mi piacciono questi percorsi perché ad ogni metro il panorama cambia, mentre Grazia che soffre di più le salite preferirebbe camminare in piano.
L’albergue comunale non è male, siamo praticamente in mansarda e non essendo abbastanza alta niente letti a castello, quindi anche meno posti, meno rumore e meno odori. Al piano terra c’è anche la cucina ma è sprovvista di pentole, il che la rende inutile. Andiamo quindi a mangiare al ristorante dove, con 10 euro, il menù del pellegrino prevede zuppa, uova, salsiccia e patatine e per dolce del formaggio tipo ricotta con il miele, almeno questo è quello che ho scelto io.
N. Passi: 37211