4 MAGGIO: Madonna dei Fornelli – Monte di Fò
Per fortuna ieri sera per cena avevo un panino che mi ero fatto preparare per la giornata di oggi, perchè ho scoperto solo poi che il B&B faceva solo colazione e pranzo mentre la pizzeria era chiusa il martedi sera.
La tappa di oggi è abbastanza corta, ma se c’è una cosa che ho imparato è che quando sembra facile sotto sotto c’è la fregatura. L’idea di partire con calma va subito a farsi benedire, stare nel letto a fare niente mi annoia e uscire a fare un giro in paese non è che sia meglio visto che si parla di una manciata di case con qualche negozio; la colazione la passo in compagnia di due ragazze austriache con cui scambio giusto 2 parole in inglese, se non ho capito male loro si fanno portare le valige a destinazione per poi raggiungerle camminando senza pesi in spalla.
Parto, ma prima faccio tappa al negozio per prendere un paio di mele che sostituiranno il panino mangiato ieri sera. Anche qui la gentilissima padrona del B&B mi regala un bel portachiavi di legno a forma di cartello segna via.
La tappa parte subito con una bella salita che diventa presto sterrata e ancora più ripida; in cima diventa un sentiero che si apre tra l’erba e mi mostra il paese appena lasciato visto dall’alto.
Per un tratto la strada è in asfalto ma poi devia tra i boschi in salita, quando torna in piano raggiungo il confine con la Toscana. Prima in teoria dovrei aver anche passato la metà della Via degli Dei.
Scopro ben presto che il peggio deve ancora arrivare, la strada per il passo della Futa si rivela costellata da gran salite in sentieri che somigliano più a ruscelli con acqua, fango e sassi. Così per una quindicina di km interrotti solo da un paio su asfalto, dove incontro e sorpasso un gruppetto variegato di escursionisti anche loro alle prese con la Via.
Quando sono fermo, sopratutto a fine tappa mi piace parlare e scambiare due chiacchiere con gli altri, ma in cammino divento un pò misantropo, in parte per godermi il viaggio in pace ma anche perchè ho un passo abbastanza sostenuto che mi viene naturale, rallentare per camminare in gruppo invece no.
Quando incomincio a scendere il percorso non migliora, tra fango, fango e pozze giganti diventa un percorso ad ostacoli che se da un lato non mi fa venire il fiatone, dall’altro mi sta distruggendo il ginocchio destro che mi fa sempre più male.
Ad un certo punto arrivo su un tratto dell’antico percorso romano ancora ben conservato; per lunghi tratti sulla Via degli Dei ci si trova a camminare su e tra sassi di questo tipo, il più delle volte sembrano massi finiti li casualmente in altri punti invece sembrano posati apposta, qui non c’è dubbio che formano una strada.
Ad un certo punto il percorso è interrotto da un albero caduto e da un cumulo di terra messo di proposito; non sapendo dove andare decido di seguire i segni rosso/bianchi del Cai, scavalco l’ostacolo e capisco che forse la strada era stata chiusa per lavori (taglio degli alberi). I mezzi usati hanno reso la strada ancora più fangosa ma per fortuna dura relativamente poco. Nel fango intanto trovo anche qualche traccia lasciata da un animale, penso uno stambecco o qualcosa di simile. Purtroppo a parte qualche fagiano e qualche ramarro (almeno credo) non ho visto molti animali a spasso liberi.
Arrivo finalmente sulla strada asfaltata dove sulla destra trovo il cimitero tedesco che già si intravedeva da lontano. Mi tiro un po’ in sesto e vado a visitarlo, il paragone con quello americano di Arlington in fatto di dimensioni non è nemmeno da considerare, ma le sensazioni che lascia sono simili, forse anche per il posto dove sorge che lo rende ancora più solenne.
La Via degli Dei prosegue tra gli alberi ma sinceramente non ne posso più del fango quindi prendo una mela dallo zaino, il coltello e mentre faccio uno spuntino procedo per gli ultimi km di cammino sull’asfalto che mi porteranno a Monte di Fò.
La prima costruzione che trovo è proprio l’hotel dove devo alloggiare, prendo un panino e una birra fresca al bar e mi siedo fuori a riposare un po’, prima di chiedere la camera. Mi suona il telefono e a parlare è il proprietario del camping di fronte che mi chiede a che punto sono, scopro cosi che io avevo prenotato al camping che si chiama come l’hotel ma ha proprietari diversi, boh. Secondo me magari sono parenti che non vanno d’accordo, ma a quanto pare Monte di Fò è tutto qui. Finisco lo spuntino quindi e vado di là, dove vengo accompagnato dal proprietario a bordo di un golf caddy su una salita fino al mio appartamento.
Gran bel posto per una persona sola, ci abiterei volentieri. Faccio il bucato e lo stendo fuori al sole, doccia calda e poi torno al bar per un’altra birra. Quando ho quasi finito vedo arrivare il gruppetto che avevo superato assieme a Elena e Elena, le due ragazze staranno all’hotel mentre gli altri al camping. Tiro l’ora di cena e vado al ristorante dell’hotel, sta sera si mangia in compagnia.
N.Passi: 19426