Santu Jacu: giorno 10

Da Sorgono a Belvì

Oggi dovrebbe essere una tappa tranquilla, almeno sulla carta, ma l’idea di camminare 22 km tutti in piano mi fa ben sperare.

Dopo la colazione saluto Graziella e parto in direzione della piccola stazione in disuso ora utilizzata come stazione degli autobus.


Il percorso è semplice, mi basterà seguire le rotaie fino a destinazione, all’inizio incontro addirittura delle signore e dei signori che si fanno una bella camminata mattutina, non saranno pellegrini ma in 10 giorni sono le prime persone che incontro mentre sto camminando a parte qualche raro caso.

Cammino a lato della ferrovia quando c’è il sentiero, quando lo spazio è minore invece cammino sui binari anche se i grandi ciottoli mi obbligano a passi scomposti che bene non fanno a piedi e articolazioni, però per fortuna non è sempre così.

Col passare delle ore cammino con a lato bellissimi panorami, cammino su alti viadotti, passo affianco a vecchie piccole stazioni e addiritttuta mi imbatto in un gruppo di capre che pascola sui binari con cani a seguito.



Anche in un buio ma breve tunnel.

Quando raggiungo la stazione di Tonara mi fermo a fare un piccola pausa per poi riprendere e affrontare gli ultimi 5 km che mancano alla prossima stazione, quella di Belvì, oggi grazie all’assenza di salite ho fatto ancora più presto del solito.

Salgo in paese e dopo il solito spuntino dal primo alimentari che trovo, vado al B&B. Doccia, relax e aspetto che il sole cali un po’ per andare a fare un giro in questo piccolo paesino di 633 abitanti, piccolo ma come tutti gli altri che ho incrociato in questi giorni, sempre con qualche chicca da regalare.



N.Passi: 25957

Santu Jacu: giorno 9

Da Nughedu Santa Vittoria a Sorgono

Sta mattina parto un pochino più tardi, Tonino e Gavino sono andati a dare da mangiare alle mucche e non voglio partire senza prima averli salutati, loro e la simpaticissima mamma. Per fortuna direi, perché se non era per Gavino partivo lasciando le mie bottiglie di acqua nel frigorifero.

Mi metto in cammino quindi riscendendo verso il comune per poi prendere a sinistra sulla provinciale, dopo un paio di curve giro su una strada in cemento che poi diventa uno sterrato polveroso fino all’ingresso del parco forestale di Assai


900 ettari di boschi nel comune di Neoneli composti per la maggiore da piante da sughero, in questi giorni più di una volta ho visto signori intenti a raccoglierlo.

Più avanti trovo anche un punto panoramico dove godere di tutto il paesaggio sulla valle di Ottana.

Lungo questi 6 km di sentiero passo anche affianco ad un museo, che purtroppo è ancora chiuso e davanti alla struttura della guardia forestale.

Passato il cancello che delimita il parco e proseguo comunque su uno sterrato fino ad arrivare alla strada provinciale, che seguo a sinistra per un centinaio di metri per poi attraversare per andare su un sentiero in salita, che prima attraversa ancora un bosco di alberi da sughero, poi una pineta dove in terra trovo delle grandi pigne che più grandi non avevo mai visto.

Un paio di km ancora poi la discesa ripida su un sentiero erboso dove immagino i cacciatori siano soliti appostarsi vista la quantità di cartucce vuote che trovo in terra.

Alla fine di questa ripida discesa arrivo sulla strada in asfalto che anche oggi dura e calda mi porta alla meta, dopo 11 interminabili km. tra le colline coltivate ad uva per fare il Cannonau è il Monica che a me piace tanto.

Arrivo a Sorgono e come un miraggio subito dopo l’ospedale trovo un chiosco ambulante di panini che fa da pranzo agli studenti che stanno uscendo da scuola e stanno aspettando l’autobus, ovviamente ne approfitto anche io per mangiare qualcosa prima di raggiungere il B&B poco distante.

Mi accoglie la gentilissima Graziella che mi offre da bere e mi fa accomodare, la sera prima di cena anche con lei scambio due chiacchiere su questo cammino e del suo potenziale.

 

N. Passi: 33159

Santu Jacu: giorno 8

Da Sedilo a Nughedu Santa Vittoria 

Parto tornando indietro sulla stessa strada che ieri mi ha portato qui fino ad una svolta a destra in discesa verso il santuario di Santu Antinu, sulla destra invece la vista del lago Omodeo. Oggi praticamente seguirò per quasi tutto il tragitto un percorso del CAI.


Proseguo su una lunga e silenzionsa strada asfaltata fino a scendere su uno sterrato che passando sotto un cavalcavia della superstrada attraversa il guado per poi risalire dall’altra parte. Risalendo mi accordo per l’ennesima volta di aver fatto più di un km di salita per niente perché ho mancato un bivio poco visibile, mai che sbaglio strada quando sono in piano!

Tornato indietro prendo il sentiero giusto che sale su rocce e poi tra le sterpaglie fino a raggiungere un abbeveratoio dove prendo a destra fino ad un altopiano, qui i segnali mi dicono di girare e continuare la a salire. Incomincia a fare molto caldo, specialmente salendo ed il respiro si accorcia.

In alto giro sulla destra in un bel sentiero tra muretti di sassi che poi finisce in alcuni pascoli chiusi da cancelli in rete che attraverso e richiudo.


Torno a scendere con diversi tornanti fino ad arrivare al ponte stradale che attraversa il fiume Tirso, sotto e affianco uno più piccolo e vecchio che porta ad una salita tra erba alta per andare poi a costeggiare la strada, a sto punto visto che non passa nessuno scavalco il guardrail e continuo sull’asfalto.



Dopo 3 km prendo un sentiero sulla sinistra che contina a salire per incontrare più in alto la stessa strada su cui ero prima, sono le 11 il sole scotta e non c’è nemmeno un po’ di ombra. Quando finalmente trovò un albero sotto il quale ripararmi chiamo il B&B per sta notte, mi risponde Gavino il proprietario, che seguendo la pagina Facebook del cammino si Santo Jacu sapeva già del mio arrivo con mio grande stupore.

Ripreso un po’ il fiato torno a salire su di  un sentiero in cemento che per i prossimi 4 km che mancano alla meta di oggi, salgono e salgono ancora, lungo una salita che si alterna più e meno ripida ma sempre soleggiata. La cosa peggiore per una persona stanca che arriva alla fine di una salita è scoprire che poi ne arriva un’altra anche peggio.

Arrancando entro finalmente in paese davanti al municipio, affianco scorgo un negozio di alimentari e mi ci fiondo a prendere qualcosa di fresco da bere, saranno ore che bevo solo acqua calda.

Mi incammino verso il B&B quando incontro Tonino, il fratello di Gavino, che mi saluta e mi fa accomodare a casa sua dove conosco anche Maria la loro mamma, una anziana signora in gamba che ancora fa i formaggi con il latte delle loro mucche e me li fa assaggiare assieme ad un bel piatto di pasta sempre fatta da lei, il vino Cannonau sempre di produzione propria come anche il mirto, così intanto mi riprendo dalla faticaccia della salita. Quando arriva poi anche Gavino, si siede con noi a mangiare e a chiacchierare. Parliamo di prodotti tipici, della Sardegna, di questo cammino di Santu Jacu e di tanto altro.

La sera poi faccio il bis ma sta volta anche con affettati e per dolce finalmente assaggio  le seadas, ovviamente sempre tutto fatto in casa.

Questa era la Sardegna che speravo e mi aspettavo di incontrare nell’entroterra e finalmente l’ho trovata. Persone semplici a cui piacciono cose semplici, che condividono le loro tradizioni ed i loro prodotti con chiunque passi di qui e sia interessato a questo tipo di cose.

Domani spero in qualche nuvola che mi ripari almeno un po’ dal sole.

 

N.passi: 29102

Santu Jacu: giorno 7

Da Bolotana a Sedilo

Settimo giorno di cammino sul Santu Jacu, incomincio oramai ad ad alzarmi prima ancora che suoni la sveglia, esco da questo bellissimo B&B chiudendo la porta dietro me e mi metto in cammino prima del solito.


Continuo sulla statale che ieri mi ha portato qui scendendo con un tornante fuori dal paese, prendo uno sterrato a destra che poi diventa un piccolo sentiero tra l’erba e i rovi


fino a quando si apre su uno più largo con l’erba secca. Attraverso la statale 129 e riprendo il sentiero dall’altra parte, qui incontro ancora una volta dei cani che una volta sorpassati escono da loro recinto abbaiando per assicurarsi che me ne stia andando.


Ad un bivio, controllando bene sul gps, tiro dritto su un piccolo tratto di sentiero appena accennato fino a riprenderne uno che passa affianco ad una fattoria, scende e subito dopo svolta su una strada in asfalto.

Dopo un paio di km arrivo ad un Nuraghe, gli giro attorno e proseguo fino ad un bivio dove prendendo a sinistra raggiungo un piccolo guado.



Lo attraverso saltellando sui sassi e aiutandomi coi bastoni e raggiungo la strada asfaltata dall’altra parte. Giungo ad un’altro  bivio dove la strada a destra sale e porta a Noragugune, ma penso che poi dovrei tornare indietro sulla stessa per riprendere quella che porta a Sedilo. Non ho voglia di fare questa visita al paese, oggi vorrei arrivare il prima possibile per poi riposarmi il più che posso, ieri è stata tosta dopotutto.

Quindi è deciso! Prendo a sinistra, attraverso la strada per poi riprendere su una che ad un certo punto mi fa camminare in mezzo ad un campo su un sentiero che praticamente non c’è, seguendo solo i muretti di delimitazione e attraversando un paio di cancelli pastorali.

Torno in fine su aslfalto, dopo circa 3 km passo tra una fabbrica per la lavorazione del marmo o qualcosa del genere ed un poligono di tiro, fino a quando scendendo in un sentiero sulla destra arrivo all’inizio della brutta salita che mi porta all’inizio di Sedilo, un sentiero stretto che sembrerebbe più il letto di un ruscello, ripido è fatto da rocce sconnesse. Arrivo in cima col fiato corto è un gran bisogno di acqua fresca.

Appena mi riprendo un attimo riparto per il centro del paese, prima però faccio una tappa veloce in un bar che trovo subito sulla strada, per qualcosa di fresco.

Oggi ho fatto una tirata quasi senza soste e alle 11:30 sono già arrivato alla meta, così ho tutto il tempo di riposare aspettando che il sole cali per uscire a mangiare qualcosa. Il proprietario del b&b di oggi ha anche un birrificio artigianale, quindi sta sera passerò sicuramente ad assaggiare qualcosa.

Il paese è piccolo e nelle ore più calde anche deserto, però è molto carino.


N.Passi: 28285

Santu Jacu: giorno 6

Da Bonorva a Bolotana 

Faccio colazione col padrone di casa mentre chiacchieriamo, dopo di che mi metto subito in cammino, esco dal paese e raggiungo un sentiero che tra rocce e erba scende rapidamente fino ad arrivare ad una strada asfaltata, mi metto subito in maniche corte, in questi giorni pare ci sia un aumento di temperature e senza vento il caldo si sente già di mattina presto.

Proseguo su un lungo tratto di asfalto e poi su uno sterrato polveroso che molto più avanti passa affianco alla necropoli ipogeica di Sant’Andrea Priu


Continuo in salita fino ad un sentiero che passa sotto ad una casa cantoniera, prosegue e poi avanti girando a sinistra ad un bivio inizia la lunga e ripida salita sul monte, non sono propio un stambecco quando si tratta di salire difatti ogni 100 metri mi fermo a prendere fiato, che a sua volta diventano ogni 50 mano a mano che raggiungo la vetta, che poi non saranno più di 750 metri di altitudine.

Guardandomi indietro lontano riesco ancora a vedere Bonnanaro e Borutta, incredibile quanta strada c’è nel mezzo e pensare che l’ho percorsa a piedi.

La salita continua e continua intervallato solo da un preve pezzo in piano, fino a quando arrivato dove il sentiero smette di salire, prima attraverso un piccolo bosco e poi un grande prato atrezzato di cancelli e abbeveratoi per il pascolo del bestiame.

Il percorso poi torna a scendere un po’ per poi risalire lungo una strada costeggiata da una rete metallica appena installata, arrivo ad un cancello chiuso con un lucchetto e lo scavalco stando attento di non rompermi qualcosa nell’atterraggio. Qui mi fermo per una piccola pausa, mi sembra di aver camminato molto di più dei 15 km effettivi e ne mancano altrettanti, ho dato fondo a tutte le energie per arrivare fino a qui ed ora se voglio continuare ho bisogno di mangiare qualcosa, ecco perché dovrei fare una colazione come si deve!

Mangio una vaschetta mono porzione di salame avanzata dalla spesa a Ploaghe ed una mela, poi mi rimetto in cammino. Ancora un po’ di salita fino ad arrivare alla strada provinciale, 10 km di interminabile, assolato e monotono asfalto quando io già sono stanco morto, che finisce solo all’ingresso di Bolotana. Oramai le gambe vanno per inerzia e mi sento i piedi cotti, menomale che dopo una prima fontanella chiusa successivamente scendendo ne ho trovate altre perché la scorta di acqua era quasi finita e la sete non mi mollava. Per fortuna il B&B è subito all’inizio del paese, bello grande e accogliente con già pronti un gran numero di prodotti per la colazione.

Faccio doccia e bucato e più tardi esco per andare a mangiare una pizza, scopro anche una piccola birreria con birre artigianali come piacciono a me ed ovviamene ci faccio tappa. Il ragazzo dietro al bancone oltre alla passione in comune per le birre amare ha anche quella della musica, così ci facciamo una bella chiacchierata.



N. Passi: 37897

Santu Jacu: giorno 5

Da Bonnanaro a Bonorva 

Oggi il sole splende caldo da subito e non c’è nemmeno una nuvola, forse mi conviene svegliarmi e partire prima per evitare il caldo ma arriverei a destinazione addirittura prima di mezzogiorno, altro che prenderla con calma.

Mi incammino sulla strada che essendo domenica mattina è praticamente deserta. Arrivo presto a Borutta, volendo potevo evitarla tirando dritto per Torralba risparmiando qualche km ma dopotutto son qui per visitare la Sardegna non per tirare dritto fino al sud. Il paese comunque ha un suo perché, con dei bellissimi murales che rappresentano momenti di vita  paesana di una volta.

Seguo la strada che sale e arriva su un altopiano disseminato da recinti di muri a secco di pietre calcaree e all’interno di questi anche qualche furraghes, antichi forni per la produzione della calce.

Proseguo scendendo lungo tornanti verso Torralba, il percorso non si addentra però nel paese e io lo seguo. Appena prima di tornare tra i campi trovo una piccola area con qualche panchina e una fontanella, ma quando apro il rubinetto non scende niente, quindi proseguo.
Dopo una salita torno a scendere fino ad un sottopassaggio che attraversa la statale, proseguo dall’altra parte su uno sterrato che più avanti sbuca vicino a ad un Nuraghe decisamente più grande di quelli che ho visto fino ad ora, vicino c’è anche un museo, la biglietteria e un bar, purtroppo è presto per approfittarne ed è ancora chiuso, mi accontento di qualche foto e della fontanella per fare il pieno di acqua fresca.

Rinfrescato riparto sulla strada asfaltata, passo su un cavalcavia accanto alla vecchia e abbandonata stazione di Torralba e dall’altra parte giro a destra sempre su una strada asfaltata senza straffico, giusto qualche ciclista della domenica.

Più avanti prendo un largo sentiero in cemento che mi porta ai piedi di una lunga e ripida salita per arrivare a Giave, fortuna che a metà per un pezzo diventa in piano e mi permette di recuperare un po’ di energia.

Arrivo in paese e subito trovo un parco con una fontanella, anche questa senza acqua però. La fame e la sete chiamano e sulla via che poi mi porterà fuori dal paese, mi fermo al bar per un paio di tramezzini è la solita birretta fresca.

Quando con tutta calma faccio per ripartire un signore insiste per offrirmene un’altra così mi fermo a chiacchierare un po’ con lui e la barista che scopro mia coetanea. Spiego loro da dove vengo e come mai sono in Sardegna. In questi giorni dalle mie parti è un susseguirsi di temporali qui mi dicono invece che sono 3 mesi che non piove, con i relativi problemi tra cui il raccolto del poco fieno per gli animali.

Ok, mi rimetto lo zaino in spalla ma ora sono un gruppo di ragazzi più e meno giovani che iniziano a parlarmi e mi offrono da bere, anche a loro racconto di questo e di altri cammini che ho fatto o che mi piacerebbe fare. È bello condividere con degli sconosciuti queste mie esperienze.

E così dopo un’ora e mezza di pausa saluto e ringrazio tutti riprendo il cammino, oramai manca poco alla meta di oggi, quando guardando il paesaggio circostante ho l’ennesima conferma che dopo una salita faticosa c’è sempre un paesaggio spettacolare che ti aspetta e ti fa scordare la fatica.

Proseguendo la discesa sulla strada attraverso una zona archeologa veramente bella, un gran numero di Domus de Janas sia sinistra che a destra.

Praticamente questo tratto lo attraverso con la macchina fotografica in mano. Ancora un paio di km di strada e arrivo a Bonorva, solo una piccola salita molto ripida per raggiungere la strada dove mi aspetta il B&B di oggi e finalmente la meritata doccia.

 

N.passi: 27920

Santu Jacu: giorno 4

Da Ittiredu a Bonnanaro

Sta mattina passa la proprietaria che abita proprio di fornte al B&B per farmi la colazione, mi piacerebbe essere come quelli che appena svegli mangiano di tutto, ma io più di una tazzina di tè e un paio di biscotti non riesco a mandare giù, altrimenti non digerisco fino a mezzogiorno.

Per saltare una parte di percorso che stando alle informazioni che ho preso prevede di scavalcare delle reti, da Ozieri alle 8:00 prendo un autobus che in venti minuti mi porta a Ittireddu.

Da qui parto sul percorso che esce subito dal paese costeggiando un’area archeologica dove si vedono numerose Domus de janas (antiche tombe preistoriche) anche queste come i Nuraghi, molto frequenti in Sardegna.

Cosa sono le Domus de janas

 

Proseguendo passo di fronte alla piccola chiesa di San Giacomo (Santu Jacu appunto)


e continuo su questa piccola stradina asfaltata sempre delimitata dalle reti per i pascoli. Giunto ad un bivio prima di prendere a sinistra faccio una piccola deviazione dalla parte opposta per visitare un antico ponticello di epoca Romana.


Torno indietro per proseguire sul cammino e dopo un po’ giro su una provinciale dove però non passa nessuno, la seguo scendendo lungo la vallata con il vento che si fa un po’ sentire, passo un ponte sopra la ferrovia è più avanti come da tracciato, prendo a sinistra su un sentiero con l’erba alta delimitato da un muretto di rocce.



Fino a quando giungo ad un guado, qui il problema è che questo specie di fosso è ricoperto da un canneto è da altra vegetazione, vedo solo un sasso e nient’altro. La cosa non mi ispira fiducia quindi torno a riprendere la provinciale, allungherò un pochino di più ma fa niente.


Arrivo a Mores che sono circa le 11 e la fame incomincia a farsi sentire, passo qualche bar fino in fondo alla via principale dove trovo un minimarket in cui mi faccio preparare un panino e su invito del titolare del negozio mi siedo sulle panchine subito fuori a mangiare e bermi una birretta.

Domenico si chiama e anche lui ha la passione per i cammini anche se non ha il tempo per partire e stare via dei giorni, sa dell’esistenza di questo cammino di Santu Jacu e quindi ha simpatia per i pellegrini e ne viene fuori una bella chiacchierata, se questo cammino sardo crescerà sono certo che il suo negozio diventerà una tappa di riferimento per tutti i futuri pellegrini che passeranno di qua.

Ci salutiamo e riparto prendendo quasi subito un bel sentiero panoramico su cemento che poi scende, diventa sterrato e prosegue tra i campi fino ad una proprietà privata di un pastore, apro e richiudo dietro di me i cancelli per tornare poco dopo sul sentiero, la vista attorno è stupenda e non smetto un attimo di guardarmi in giro.



Lo sterrato prende a salire e anche qui vengono a trovarmi dei cani pastori che sta volta però escono dal loro recinto per venirmi ad abbaiare contro, li controllo con la coda dell’occhio per capire se mi si avvicinano e intanto tiro dritto.

Attraverso il cavalcavia sopra alla statale e dopo un altro paio di km arrivo a Bonnanaro. Il B&B per sta notte è sulla strada dritto, mi accoglie una coppia gentilissima che mi fa accomodare in quella che al piano terra è casa loro mentre il primo piano lo hanno riconvertito ad albergo. Mi danno da bere mi fanno accomodare a tavola con loro e mi offrono pane, salame e formaggio tutto casereccio, il caffè e dopo una chiacchierata mi mostrano la mia camera.

Dopo la doccia aspetto la sera per uscire a mangiare qualcosa al bar, il paese è piccolo dopotutto, non c’è molto da andare a spasso.

 

N. Passi: 23945

Santu Jacu: giorno 3

Da Ploaghe a Ozieri 

Ore 6:30 sono già fuori dall’appartamento, ridiscendo verso il paese tornando indietro un po’ per poi prendere a sinistra una piccola strada asfaltata che scende  passando tra le colline e campi.


Per km non incontro anima viva tranne tre signori che stanno facendo una passeggiata e che salutandomi mi chiedono dove sto andando e come mai. Più avanti la strada diventa sterrato ma il panorama in compenso non varia di molto, solo grandi campi recintati che ogni tanto fanno da pascolo. Dopo circa 8 km una lunga salita asfaltata spezza un po’ questo lungo tratto di strada ma solo per tornare uguale poco dopo, alternando asfalto e sterrato. Il paesaggio è sicuramente meglio ma la desolazione è il silenzio  mi ricorda le Mesetas spagnole.


Dopo almeno 15 km dalla partenza arrivo a Sant’antioco di Bisarcio dove approfitto della visita alla antica basilica (1164) per togliermi per la prima volta oggi, lo zaino dalle spalle.


Recuperate un po’ le energie riparto per i 7 km che ancora mancano per arrivare a Chilivani, scendo le scale affianco la basilica e mi immetto su un lungo rettilineo asfaltato, il caldo incomincia a farsi sentire intanto. Arrivato in prossimità di una statale giro a sinistra e costeggio la carreggiata con le auto che sfrecciano, per fortuna dopo un km circa svolto a destra su una strada dove invece di auto non ne passa nemmeno una.

3 km lungo questa strada e ritorno sulla statale vicino ad uno svicolo, da lì a poco l’ingresso a Chilivani. Arrivo alla stazione veramente cotto ma per fortuna il bar è aperto, così mi fermo per un panino al salame e un integratore di sali minerali (birra).

 

Qui c’è solo un B&B ma dovrei aspettare fino alle 18 che il titolare torni dal lavoro, ora però sono appena le 11. Quindi dopo una lunga pausa ristoratrice mi rimetto in cammino verso Ozieri tornando un po’ indietro sul percorso e immettendomi sullo sterrato ex ferrovia, ora però senza binari.


Ad un bivio più avanti uno sbarramento pastorale indica l’inizio della strada per Ozieri, altrimenti a destra la strada porta diretta verso Ittireddu.

Lungo lo sterrato incontro 5 o 6 di questi sbarramenti da aprire e chiudere, tra due di questi mi imbatto in un gregge di pecore e con loro 3 cani pastore che non prendono bene la mia presenza e incominciano ad abbaiarmi contro. Faccio l’indifferente tirando dritto e chiudendoli dietro l’ennesimo cancello in rete, loro ne sono felici io anche di più. Mi giro e di fronte me ne vedo arrivare abbaiando altri 2. Non mi sembra il caso di andargli incontro quindi prendo un sentiero che per fortuna trovo subito sulla destra che sale sulla collina per poi ridiscendere più avanti sempre sulla strada che devo seguire.


Lo sterrato continua così per 9 dei 10 km che portano a Ozieri, solo verso la fine si scorge sulla destra ad un centinaio di metri di distanza la statale e costeggiandola a distanza si arriva finalmente alla città.



Chiamo per il B&B di sta sera, una vecchia casa ristrutturata mantenendo però uno stile retrò, doccia e un paio di ore di meritato riposo, oggi è stata abbastanza dura, ho le spalle indolenzite e per oggi non voglio più sudare. Verso le 18 esco per un paio di foto e per trovare un ristorante dove mangiare finalmente qualcosa di sardo.

Ozieri non sembra affatto male ma sono troppo stanco per girarla tutta, tra l’altro in un paio di ore soltanto è impossibile orientarsi in questo labirinto di viottoli e scalinate.

 

Sono stanco anche per scrivere, domani sarà meglio rileggere bene.

 

N.Passi: 39211


Santu Jacu: giorno 2

Da Codrongianos a Ploaghe

Oggi tappa corta quasi obbligata, farla ieri sarebbe stato troppo. Quindi parto con calma, così con calma che quando esco dall’appartamento per appoggiare fuori i bastoni mi si chiude la porta dietro di me con dentro le chiavi, lo zaino e sopratutto il telefono. Per fortuna il numero da contattare è scritto anche fuori dalla porta, così vado al bar per telefonare alla ragazza che ieri mi ha accolto. Ringrazio, recupero la mia roba è parto, oramai sono le 9.

Esco dal paese su una piccola strada che poi scende con dei tornanti fino in fondo alla vallata.


Una volta in fondo scorgo non molto lontano la Chiesa della SS Trinità di Saccargia (anno 1116) dove poi mi fermo per visitarla con tutta calma.

Quando riprendo mi tocca una salita altrettanto ripida solo che sta volta non c’è nessun tornante ad addolcirmerla un poco.

Arrivato in cima, col fiatone, prendo un sentiero sterrato che attraversa la ferrovia e subito dopo torna a scendere continuando sullo stesso sentiero tra piccoli  pascoli di mucche, tori e qualcuno di pecore.

Sulla sinistra in alto su una collina scorgo un Nuraghe, in realtà da Sassari fino a qui se ne incontrano altri, ma questo è il primo che vedo chiaramente e anche discretamente intatto.

Cosa sono i Nuraghi

 

Più avanti sbaglio strada e invece di andare a destra giro a sinistra e mi faccio almeno un km di salita abbastanza ripida per nulla,  solo in cima mi sorge un dubbio e controllo la traccia gps. Niente da fare tocca tornare indietro, prendo la strada giusta che diventa asfaltata e continua fino alla periferia di Ploaghe, l’accoglienza di oggi è dalla parte opposta del paese quindi lo attraverso tutto fino ad una zona residenziale di recente costruzione, la stanza è nuova, col suo bagno ed un angolo per preparare la colazione, non ci sono i fornelli ma c’è il microonde. Appena 7 euro per i pellegrini.

Dopo la doccia e un po’ di relax, lavo i vestiti e poi vado a fare un giro in paese.


Non sono proprio a due passi dal centro quindi dopo uno spuntino è una visita a quello che c’è da vedere, decido di fare un po’ di spesa per sta sera e per la colazione e torno alla mia camera con l’idea di non uscire più. Fa caldo nonostante il cielo nuvoloso e andare poi tornare dal paese mi costringe alla fine a farmi un’altra doccia.

Quando è ora vado in fondo alla via a gustarmi un bellissimo tramonto dietro le colline.



N.Passi: 16658

Santu Jacu: giorno 1

Da Sassari a Codrongianos 

Sveglia alle 6:30, mi preparo, metto via tutto nello zaino e poi preparo la colazione con quello che il B&B mette a disposizione, poi via finalmente in cammino.

Esco dalla città tra l’odore di caffè e brioces che esce da ogni bar, su una lunga strada in salita che dopo una leggera svolta e una  discesa torna a salire nel punto in cui finalmente lascio il traffico su una strada più piccola, passa solo un’auto ogni tanto, cammino tra ville e uliveti per almeno 3 km in santa pace.

Giro su un sentiero ripido e scosceso su pietra e sassi che mi porta giù in una vallata tra le rocce scavate dal tempo.

Procedo su una piccola stradina sempre su asfalto passando anche sotto ad un ponticello dove sopra passa la ferrovia, fino a quando arrivo ad una strada più grande leggermente in salita e abbastaza trafficata che mi porta ad Ossi dove mi fermo per una piccola pausa ed un caffè. Non fa eccessivamente caldo per ora e ogni tanto soffia il vento, quasi l’ideale per camminare.

Riparto salendo verso la chiesa e poi esco dal paese, attraverso Cargeghe, un piccolissimo paese ma ben tenuto e procedo su una lunga strada provinciale che si affaccia su un bel paesaggio collinare che dopo un’altra lunga ma dolce salita mi porta a Florinas, qui mi fermo ancora in un piccolo parco giochi a riposare mangiandomi anche una mela.


Da Florinas a Codrongianos, meta di oggi,  mi dividono solo altri 4 km. Chiamo la ragazza che si occupa del B&B che mi porta le chiavi, anche oggi non sono riuscito a usufruire dell’accoglienza convenzionata, quando ho chiamato ieri il padrone di casa non stava bene così ho preferito non disturbare e cercare altro, un’altro appartamentino sempre a 30 euro provvisto di tutto.

Mi lavo, mi rilasso e poi faccio un piccolo giretto in questo piccolo paese aspettando che il piccolissimo minimarket apra per fare una piccola spesa per sta sera.

Una prima tappa carina nonostante quasi tutta sull’asfalto, i segnali ci sono ma senza gps non so se riuscirei a non perderemi, in parecchi bivi non ne ho visti e sbagliare strada non è mai bello quando di km se ne devono percorrere 25/30, vediamo come procede più avanti. Altra nota negativa di oggi è che lungo la strada ho contato qualcosa come 4 o 5 fontanelle rotte, difficile così rifornirsi d’acqua.


N. Passi: 26651