Via Francigena giorno 12

Da Pietrasanta a Valpromaro

Ieri pomeriggio ho letto che appena fuori città era consigliabile una deviazione per evitare un sentiero in salita rovinato dalla pioggia, poi l’arrivo del sole mi aveva fatto sperare in bene. Mai invece piove anche oggi, quindi al punto dove si dovrebbe girare salendo, tiro dritto.

Dopo qualche centinaio di metri mi giro per controllare il traffico e intravedo Simon, dice che mi ha visto andare dritto e di aver pensato che avessi una buona ragione, così mostrandogli il tracciato sul telefono gli spiego il perché. Una volta poi tornati sulla Francigena ci salutiamo, lui riprende col suo passo perché deve farne 34 oggi per andare a Lucca, io solo 18 fino a Valpromaro.

La via scende prima e poi prosegue su piccole strade poco trafficate, una pista ciclabile che alla fine trovo un po’ allagata e che, dopo aver attraversato una statale, continua sull’argine di un canale artificiale.

img_2297Attraverso la città di Camaiore mentre c’è il mercato e trovo anche un’azienda vinicola che offre un bicchiere e una bruschetta gratis a tutti i pellegrini, però è troppo presto e non ne ho tanta voglia.

Continuo percorrendo il lato pedonale della strada che porta fuori città e poi imbocco un sentiero cercando di evitare il più possibile le pozzanghere ma oramai i piedi anche oggi sono fradici. Non mi dispiacerebbe fare una piccola pausa e mangiarmi una mela ma non trovo un riparo asciutto quindi niente. Percorro un tratto su asfalto e poi ancora un sentiero fino ad una chiesa dove giro e faccio una lunga salita. Passo la collina e incomincio la discesa verso Valpromaro, l’ostello è subito all’entrata del paese.

img_2303Oramai ogni giorno arrivo a destinazione con la gamba visibilmente gonfia all’altezza della tibia, per fortuna qui la farmacia è praticamente di fronte all’ostello, così attraverso la strada e mi faccio dare un anti infiammatorio più forte di quello che sto usando che fino ad ora non ha dato grandi effetti.

N.Passi: 20031

Via Francigena giorno 11

Da Avenza a Pietrasanta

Le previsioni danno temporali, però per ora non sta piovendo. Vado subito al bar per la colazione offerta gentilmente dal Don e poi parto, con il solito dolore alla tibia sinistra che mi accompagna. Viste le previsioni e i dolori decido per la scorciatoia su strada che in 18 km mi porterà a Pietrasanta invece dei 28 sempre su asfalto che prevede il tracciato della Francigena.

Passo attraverso gli stabilimenti per la lavorazione del marmo che qui sono praticamente quello che porta avanti l’economia, fino a quando mi viene la malsana idea di deviare verso il mare, già che ci sono perché non farmi tutta la costa sul morbido bagnasciuga di una spiaggia. Sono almeno 4 km in più da percorrere per raggiungerlo.

Una volta sulla costa capisco che forse l’idea del mare che mi ero fatto qui non era proprio giusta. La costa è completamente cannibalizzata dalle strutture turistiche e dal “lungomare” la spiaggia e le onde quasi nemmeno si vedono, tutto coperto dalle pareti di ristoranti e negozi. Molti dei passaggi per raggiungere il mare sono chiusi tanto che ci sono dei segnali messi dal comune per indicare dove si può girare per la spiaggia. Peccato che anche dopo che ci si è arrivati alla spiaggia si riesce a percorrerla per un centinaio di metri prima che qualche barriera ti obblighi a tornare sull’asfalto, sempre trovando un’uscita aperta. Non so come si possa voler fare delle vacanze in un posto simile.

Va beh, insomma pessima idea quella del mare quindi mi sposto sulla ciclabile dall’altro lato della strada che segue tutta la costa, fino a quando trovo una deviazione che mi porta più nell’entroterra ed in fine dopo 24 km trascorsi, a Pietrasanta. Tanto valeva fare la Francigena.
L’ultimo tratto di strada lo faccio sul percorso difatti a lato, sull’asfalto trovo anche disegnati dei pellegrini.

img_2276Entro in città percorrendo la strada che dritta porta alla piazza del Duomo, faccio uno spuntino e poi salgo la breve salita che porta all’ostello.

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Pazienza, almeno non ha piovuto ed è addirittura uscito un po’ di sole, così al mio arrivo all’ostello sono riuscito anche a fare il bucato che dopo 4 giorni era veramente d’obbligo.

N.Passi: 35532

Via Francigena giorno 10

Da Aulla a Avenza 

Quarto giorno di tempo pessimo ed io comincio ad essere un po’ demoralizzato. Sono partito per vedere i bei paesaggi Italiani ma per ora sto passando più tempo sulle statali cercando di evitare di ritrovarmi coperto di fango. Sono anche 4 giorni che non lavo i vestiti ,visto che non riuscirebbero ad asciugare. E per finire ho dolori un po’ ovunque dalle ginocchia in giù.

img_2259Metto il poncho e faccio i primi 9 km sulla statale evitando i sentieri collinari ma non sono per niente tranquillo con tutte le auto che mi sfrecciano accanto, procedo così fino a prima di Sarzana dove trovo un Decathlon, decido di comperare il sacco lenzuolo così poi a fine tappa potrò rispedire a casa il sacco a pelo.

Arrivo a Sarzana ancora sotto la pioggia, anzi non appena entro in città comincia anche un acquazzone così mi riparo sotto ad un balcone. Sotto il portone di una chiesa vicino a me sta facendo la stessa cosa anche Simon, lui da buon Inglese nemmeno si ripara più di tanto dalla pioggia, giusto lo zaino. Quando la pioggia diminuisce riparto, non senza prima avermi fatto preparare una focaccia con la mortadella in un piccolo negozio sulla strada. La città sarebbe anche bella da visitare se ci fosse bel tempo e se non avessi ancora 16 km da fare.

img_2260Da qui in poi riprendo il tracciato della Francigena che continua salendo prima verso un fortino poi riscende proseguendo tra piccoli paesi su una piccola strada asfaltata. Mi fermerei volentieri per riposare le gambe che ogni tanto mi lanciano delle fitte di dolore, ma non trovo un riparo nemmeno a pagarlo.

Il cammino di oggi continua così, sotto una pioggia incessante, lento e dolorante, fino ad arrivare ad Avenza. Tra un acquazzone e l’altro riesco ad andare in posta a spedire il sacco a pelo, poi torno subito a riposare fino all’ora di cena.

img_2261Nota curiosa di oggi, ad un certo punto fuori da una casa qualsiasi, trovo un libretto con la sua penna dove chi vuole può lasciare scritto il proprio nome e provenienza.

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Domani le previsioni danno addirittura temporale…..


N. Passi: 38783


Via Francigena giorno 9

Da Pontremoli a Aulla

Anche per oggi vale il discorso di ieri, c’è una pioggerellina che va e viene continuamente quindi vado per strade asfaltate. Se non altro accorcerò un po’ perché il percorso tra sentieri va a zig zag e  richiede almeno 4 o 5 km in più.

Seguo un po’ il percorso ma quando devia per lo sterrato io rimango sulla statale, a pensarci bene facevo prima a seguire la ciclovia che dalla città usciva dall’altro lato del fiume continuando più o meno a costeggiarlo.
Raggiungo la Pieve di Sorano dove faccio una breve sosta approfittando delle panchine, vicino c’è anche un bell’info point aperto anche oggi che è martedì.


Proseguo con questa tappa che non mi sta entusiasmando molto, tra l’altro stanno incominciando a farmi male entrambe le gambe.

Fino a Villafranca procedo sopratutto sulla statale, poi attraverso il ponte sul fiume Magra che mi porta sulla ciclovia che sale un po’ e poi continua con una stretta strada tra gli alberi fino al castello di Lusuolo, passo il piccolissimo borgo che sembra fermo nel tempo, le poche case alle porte del castello sono ancora abitate e tenute benissimo.

Appena dopo torno a scendere velocemente ed incomincio a costeggiare l’autostrada fino a Barbarasco, qui mi fermo per il pranzo e per far riposare le gambe, anche giusto in tempo per evitare un’acquazzone.

Quando riprendo oramai mancano meno di 4 km, passo sul cavalcavia che attraversa l’autostrada e poi il ponte sul Magra e arrivo finalmente ad Aulla. Dopo la doccia e un attimo di relax vado a cercare il negozio di articoli sportivi che Google mi ha segnalato qui vicino, se riesco a prendere un sacco lenzuolo rispedisco a casa il sacco a pelo che ingombra e pesa ma sopratutto è quasi inutile. Gli ostelli hanno tutti almeno una coperta da offrire.  Ma niente il negozio a quanto pare non esiste più.

Stasera all’ostello assieme a due signori francesi e due italiani, tutti ciclisti, ho ritrovato anche Simon, il signore inglese con cui avevo attraversato il Po, se ho capito bene si è fermato un giorno in più per riposare mentre il suo compagno di viaggio francese ha continuato il cammino.

 

N.Passi: 31855


Via Francigena giorno 8

Da Passo della Cisa a Pontremoli

Parto alle 8:00 circa, la tappa è corta e quasi tutta in discesa e sulla carta dovrebbe essere facile, almeno se non avessi la caviglia dolorante. Comunque anche oggi seguo la statale percorrendo la ciclovia, con tutta la pioggia che è caduta ieri i sentieri saranno ancora disastrati ed io devo camminare ancora 3 settimane, inutile andare a cercarsi le difficoltà percorrendo salite o discese scivolose e ricoprire le scarpe di fango, se posso evitarlo. In più ogni tanto pioviggina, c’è vento e le nuvole basse sulla strada.
Mi spiace perdermi alcuni borghi segnalati sull’altra via ma come ho detto, devo pensare a lungo termine, 21 giorni sono ancora tanti.

img_2201Dopo 2 km dall’ostello arrivo al famoso Passo della Cisa, ma con sto tempo c’è poco da vedere quindi mi limito ad una foto davanti al cartello per immortalare il mio arrivo.

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Inutile anche salire sulla chiesetta per guardarmi attorno.

img_2219La discesa è ovviamente lunga e silenziosa, ogni tanto incrocio un’auto ma per il resto si sentono solo in lontananza i rumori dell’autostrada, che solo molto più giù quando la foschia diminuisce riesco a vedere. Così come più tardi si vede Pontremoli da lontano .

img_2221Prima di entrare in città mi fermo in una trattoria visto che è mezzogiorno e dovrò comunque tirare le 15 per andare all’ostello di sta notte. Con appena 10 euro mangio e bevo e scopro l’esistenza dei “testaroli”, antico piatto della zona Lunigiana.

Cosa sono i Testaroli

Quando riparto il vento che mi accompagna da sta mattina non si è ancora calmato, ogni tanto il sole fa finta di uscire ma è un attimo e viene ricoperto dalle nuvole.
Entro a Pontremoli passando sotto un arco che fa da porta all’antica parte medioevale della città, proseguendo arrivo nella piazza Centrale passando davanti al Duomo, ancora presto per poterlo visitare, intanto però scopro i segnali per un’altra via, quella degli Abati.Faccio un giro per tirare le 15:30 così da poter approfittare della farmacia poi vado all’ostello.

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Un vero e proprio hotel praticamente, ad accogliermi delle signore e dopo avermi registrato una di loro mi accompagna mostrandomi la strada per la mia camera.
Finalmente oggi oltre che al ghiaccio potrò prendere l’anti infiammatorio, non mi farà passare il dolore entro domani, ma è già un inizio. Sperando che domani ci sia bel tempo perché sarà lunga.

N.Passi: 26507

Via Francigena Giorno 7

Da Cassio a Passo della Cisa

Dopo una notte passata continuando a svegliarmi per bere preparo le solite cose e poi vado in cucina per prepararmi un tè; con tutto quello che ho mangiato e bevuto ieri sera non ho una gran fame, ma comunque un po’ di frutta per il viaggio la metto via. Saluto nel frattempo anche un paio dei soci di ieri che stanno scendendo per la colazione e poi parto. Nemmeno il tempo di mettere piede fuori dall’ostello che inizia a piovere quindi vai di poncho.

Con la pioggia battente decido di seguire la ciclovia che prevede strade più semplici invece di sentieri che ora probabilmente saranno fangosi e scivolosi. Senza contare che non vorrei essere in un bosco se dovesse arrivare anche un temporale.
La strada è semplice, basta seguire la SS della Cisa ignorando tutte le deviazioni, non fosse per la caviglia e per la poggia che ogni tanto diventa forte, questa tappa sarebbe anche facile, il dislivello sulla strada non si avverte molto, certo però si allunga di qualche km ovviamente.

Arrivato a Berceto taglio nel paese per cercare un bar e stare un’oretta lontano dalla pioggia, i piedi sono oramai inzuppati. Appena arrivo trovo anche i ragazzi della cena di ieri così gli faccio compagnia al bar io col caffè, loro con lo spuntino a base di taglieri e birra.

Quando riprendo ho freddissimo, stare fermo coi piedi bagnati fradici non va bene, ma cambiarmi le calze ora è inutile. Riprendo la via sulla statale e percorro i 5 km che mi mancano, con la caviglia dolorante non vedo l’ora di arrivare. All’improvviso mi trovo sulla destra la grande casa cantoniera rossa, in teoria la mia traccia GPS mi porta fino al passo della Cisa ma sta notte sono qui a riposare, un paio di km prima.

img_2193Oggi è domenica quindi anche se avessi cercato una farmacia sarebbe stato inutile, domani conto di poter comperare  un anti infiammatorio con la speranza di poter curare definitivamente la caviglia senza dover stare fermo. Già ho il problema del ginocchio quando scendo, non posso mica zoppicare per altri 22 giorni. La prossima sarà un’altra tappa breve ma poi arriveranno ancora quelle da 30 km.

Qui all’ostello il segnale è quasi inesistente ma spostandomi di fuori riesco almeno a telefonare all’accoglienza  di domani e a casa. La famiglia che gestisce l’ostello è gentilissima e ti fa subito sentire a casa, la stufa a legna poi scalda le ossa umide e asciuga le scarpe inzuppate .La cena poi è buonissima, gnocchetti agli spinaci e salsiccia con fagioli, un paio di frittelle e vino.
Prima di andare a letto leggo un po’ dei pensieri lasciati dai pellegrini che sono passati prima di me, oramai è un rito ad ogni ostello, qui tra persone di ogni provenienza ci trovo anche un giapponese sta volta.

N. Passi: 25010

Via Francigena giorno 6

Da Fornovo a Cassio

Faccio colazione con i due ciclisti di Pavia e poi parto prendendo la strada che esce dal paese, subito sale con un po’ di tornanti fino ad un lungo rettilineo. 
Oggi il sole si fa sentire fin da subito.
La strada giunge poi a Sivizzano, un piccolissimo paese dove mi fermo per un caffè al volo; quando riprendo arrivo ad un bivio dove un cartello della Francigena mi dice che deviando a sinistra è più corta e taglia un pezzo di statale.

Però arrivo ad un punto e il segnale bianco/rosso non mi appare chiaro, prendo a sinistra, attraverso un piccolo torrente ma ad un certo punto continuando a salire mi ritrovo ad arrampicarmi su di una collina con l’erba alta. A quanto pare non sono l’unico ad avere sbagliato strada perché tra l’erba vedo una chiara traccia lasciata da qualcuno prima di me. Torno indietro riscendendo verso il torrente e questa discesa non fa piacere al mio ginocchio che incomincia a farmi male.
Decido di prendere a destra attraversando un campo per tornare alla statale e proseguo seguendo l’asfalto.

img_2164Quando arrivo ad un bivio dove devo prendere la salita per Terenzo, trovo una fontanella che però è chiusa e subito affianco un pilone con la figura del pellegrino. La cosa mi sembra un po’ ridicola al momento però dopo una salita, arrivato all’inizio del paese, trovo una grande fontanella fatta apposta per i pellegrini.

img_2173-1Faccio sosta per rinfrescarmi, riempire le bottiglie e mangiarmi una mela e poi riparto. Noto con stupore che di fontane così ce ne sono 3 nell’arco di 10o metri.

Proseguendo al di fuori di Terenzo trovo un’altra fontanella, questa volta però di acqua sorgiva, molto più fresca. Mentre mi rinfresco nuovamente arriva un signore che mi chiede se sto andando a Roma e da dove provengo, quando gli dico che sono della provincia di Lecco lui mi dice che anche lui è delle mie parti e alla fine salta fuori che vive proprio vicino al mio paese ed ha una ditta del paese accanto. Per la serie “piccolo il mondo”.

Uscendo  da Terenzo passo davanti al comune dove  si è appena svolto un matrimonio, passo tra sposa e invitati e poco dopo prendo per un ripido sterrato che sale e sale fino a 85o mt. circa. Arrivo su una strada che a sinistra scende su un sentiero mentre a destra prosegue verso un bar.
Faccio prima  tappa al bar dove trovo numerosi motociclisti che sostano prima di riprendere per il passo della Cisa con tutti i suoi tornanti.
Dopo un gelato torno indietro e imbocco il sentiero che scende per un po’ ma poi arriva a Castello di Casola e risale fino al crinale, prima mi fermo ad una fontanella risalente al 1870, segnalata da un piccolo cartello altrimenti non visibile. Salgo su una ripida salita e poi incomincio la discesa che mette a dura prova il mio ginocchio e che in fine mi porta a Cassio.

Arrivo passando sotto un arco a fianco della chiesa dove sento picchiare con qualcosa tipo dei martelli, la via sia chiama “via degli scalpellini” e difatti poco più avanti vedo un gruppo di persone intente a creare qualche scultura.

Attraverso il bellissimo borgo ed arrivo all’ostello, un ex casa cantoniera gestita da una persona gentilissima, che a parte il costo del pernottamento, in cambio di un’offerta mette a disposizione la cucina e come si dice “ogni ben di Dio”, sembra quasi un mini market per la quantità e la varietà di cibo che presenta.

Io mi faccio un piatto di pasta ma poi finisco col condividere la cena con un gruppo che si è portato il cibo e il vino da casa, loro sono qui in macchina con su le loro biciclette ed in questi giorni faranno fuoripista nei dintorni.

N.Passi: 29142

Via Francigena Giorno 5

Da Cabriolo a Fornovo Val di Taro

Alla fine ho dormito come un sasso, sveglia alle 6:15 e come ogni mattina, rifaccio lo zaino pronto per partire.

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Subito dopo i primi 500 metri lascio l’asfalto per uno sterrato che poi sale, finalmente oggi i panorami cambieranno e vale la pena la fatica di qualche salita. La strada prosegue sulle cime delle colline con qualche tratto di asfalto alternato da sterrati e strade erbose, mentre ai lati un bellissimo paesaggio collinare che non vedevo l’ora di trovare.

img_2152Quando torna, l’asfalto scende ripido per poi risalire passando accanto ad un cimitero dove fuori trovo una fontana, e poi sale ancora fino ad un bivio. A destra la via Francigena, a sinistra Costamezzana, la meta di ieri dei bergamaschi e del Francese. Visto che non mangio da ieri pomeriggio faccio tappa al bar e appena arrivo scopro che perdermelo sarebbe stato un vero peccato. Già da fuori trovo il simbolo del pellegrino in bella vista, poi dentro trovo la mappa della Francigena con a fianco in una cornice una Compostela. Il fratello del proprietario del bar è un pellegrino che ha fatto il cammino di Santiago nel 2010 e, sapendo cosa significa, ha un occhio di riguardo verso i pellegrini che passano di lì, tanto che mi chiede la credenziale per poter apporre il loro personale timbro .

img_2153Me la prendo con calma, ma poi riparto per tornare sulla via che prima scende, devia su uno sterrato in ombra e poi torna a salire sulle cime delle colline. Dopo qualche km di stradine e sentieri si scende e si attraversa il paese di Cella; approfitto della fontanella di un parco e mi rinfresco, per fortuna perché subito dopo la strada, dopo aver attraversato un piccolo ruscello, parte con una breve ma ripida salita in terriccio, chissà farla quando piove, penso.
In cima un cartello indica due varianti, prendo quella a sinistra che procede su asfalto e poi sterrato sempre con un bel panorama che mi accompagna, chissà perché in questi momenti non sento nemmeno tanto la fatica.

Arrivo a Medesano per l’ora di pranzo, quindi punto al primo bar per un panino e qualcosa di fresco da bere, caffè e poi via.
Per uscire da Medesano, dopo una lunghissima pista ciclabile, faccio una variante che accorcia di 2 km ma è completamente sull’asfalto incandescente; arrivo a Felegara che sono cotto ma per fortuna mi imbatto in una specie di centro sportivo dove avvisto una fontanella, così mi siedo per fare 15 minuti di pausa.

Ormai mancano 6 o 7 chilometri alla fine, esco da Felegara passando sotto ad un ponticello che porta lungo il fiume Taro. Per circa 3 km si prosegue di fianco all’argine del fiume, attraversando anche un paio di ruscelli; tutta questa parte in caso di pioggia è da evitare scegliendo la variante su asfalto segnalata prima del ponticello.


Attraverso il lungo ponte che porta a Fornovo e raggiungo l’ostello; dentro trovo anche due signori di Pavia che stanno andando a Roma in bici. Dopo la doccia e il bucato e ovviamente il timbro sulla credenziale esco con loro per una birretta e un giro per il paese, e poi più tardi una pizza.

N. Passi: 35607 

Via Francigena giorno 4

Da Fiorenzuola a Fidenza 

Sia io che Freddie ci svegliamo presto, verso le 6:15, meglio camminare quando il sole non è ancora caldo e poi comunque la sera si va a letto molto presto, anche se a dir la verità io non è che dormo tanto bene. Il sacco a pelo leggero mi tiene comunque troppo caldo e sono scomodo, quasi quasi se trovo un negozio di articoli sportivi compro un sacco lenzuolo e se trovo anche un ufficio postale spedisco a casa il sacco a pelo.

Dopo aver fatto per prima cosa tappa al bar di fronte al duomo ci avviamo; visto che mi ero promesso di andare piano decido di continuare il cammino con Freddie, lui per fortuna si fa capire bene in italiano perché io di francese so dire solo le marche delle loro auto. Ci raccontiamo un po’ delle nostre vite e di cosa abbiamo momentaneamente lasciato a casa, lui era un maestro che seguiva bambini disabili ora però non ho capito se è disoccupato o in pensione. Quello che ho sicuramente capito visto che me lo ha ricordato più volte è che lui deve assolutamente arrivare a Roma per poi tornare in Francia entro il 28 giugno per il matrimonio di sua figlia.

Inutile dire che anche oggi si va di asfalto, un’altro zigzag tra i campi con poca ombra e un paio di fontanelle appena, anche se la prima l’abbiamo trovata a pochi km dalla partenza quando non ne avevamo bisogno. Per poi salire su un cavalcavia che attraversa l’autostrada del sole e la Tav. Poco prima però attraversiamo il paese di Castelnuovo Fogliani, passando per il piazzale di un castello medioevale trasformato in residenza, con a fianco la chiesa.

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Proseguendo per altri km arriviamo su un piccolissimo tratto di sterrato all’ombra, ne approfitto per fare una piccola pausa e far respirare i piedi. Freddie però oggi dovrà fare una decina di km più di me quindi decide di procedere, ci salutiamo per ora. Probabilmente lo ritroverò in qualche altro ostello.

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10 minuti e riparto, avevo già visto col gps che a breve sarei arrivato ad un paese quindi tanto vale pare una pausa più lunga là. Appena ci arrivo approfitto della farmacia per prendere un paio di buste di ghiaccio istantaneo, mi metto a sedere al parco di fronte mentre una classe di bambini sta facendo l’intervallo.
Ghiaccio sul ginocchio e intanto mangio una mela. Dopo un quarto d’ora circa arrivano anche i tre bergamaschi. Anche loro si fermano per mangiare qualcosa e per usare la fontanella del parco (la seconda e ultima della giornata)
Anche loro come Freddie procedono per Costamezzana, io seguo le tappe del sito internet loro quelle del libro ma in sostanza non cambia nulla tanto i km per Roma sono uguali per tutti.

img_2124Arrivo a Fidenza tra smog e odore di asfalto, passo la stazione e mi fermo a controllare sul telefono la via dove si trova l’ostello. Devo attraversare la città per andare nella frazione di Cabriolo, Google maps però nonostante l’indirizzo giusto mi fa girare come una trottola e io di km in più ne farei anche meno.
Mi accoglie Don Marek che mi mostra dove dormire e mi timbra la credenziale, mi avvisa anche che sta sera ci sarà movimento perché ci sono i preparativi per la festa medioevale dei primi di Giugno. Speriamo non tirino troppo tardi.Gli chiedo se qui vicino c’è qualcosa dove poter mangiare oppure fare la spesa ma mi dice che entro i 2 km non c’è niente. Una trattoria che però apre tardi ed è anche un po’ cara e più lontano ancora un supermercato ed un’altra trattoria.

Dopo la doccia e il bucato provo ad andare alla trattoria più lontana, entro ma vedo che è tutto spento mentre il padrone se ne sta seduto a leggere il giornale borbottando. Mi sembra la trattoria “semivuota” del film con Renato Pozzetto. Insomma dopo aver ascoltato le lamentele sulla vita, la crisi ed i giovani ed aver capito che per mangiare dovrei aspettare altre 2 ore così, saluto e mi defilo.

Intanto questi altri km mi hanno peggiorato la caviglia che ora si è anche gonfiata. Torno all’ostello a stomaco vuoto e zoppicando, prendo un anti dolorifico, spalmo un po’ di Voltaren e in fine ci metto su anche l’altra busta del ghiaccio che avevo comprato questo pomeriggio, anche se non raffredda più di tanto. Speriamo che per domani si sgonfi e di arrivare alla fine prendendomi più spesso delle pause.
N.passi: 34390

Via Francigena giorno 3

Da Montale a Fiorenzuola

Parto presto lungo la via Emilia in pieno orario di punta, tra auto e camion che sfrecciano. Dopo un paio di km devio a destra su una strada tra i campi di mais, ho già capito che anche oggi sarà gran asfalto ma se non altro non c’è nemmeno una macchina, qualche trattore ogni tanto e basta.


Non c’è molto da raccontare, la tappa è praticamente tutta così. A metà incomincia anche a farmi male il ginocchio, forse vuole dirmi di calmarmi e rallentare che tanto non mi corre dietro nessuno, vorrei fare una pausa al castello di Paderna consigliatomi da due passanti, ma è chiuso. Quindi niente da fare, tiro fuori uno dei due bastoni da trekking e continuo a camminare aiutandomi con quello.

Verso le 11 attraverso un paesino ma anche qui non c’è verso di trovare una fontanella. Sono in cammino da pochi giorni ma mi sembra già evidente che rifornirsi di acqua sulla Francigena è un problema.


Proseguendo su questo zig zag di asfalto mi imbatto in un ponticello infestato da uno sciame di api, magari sarà anche vero che se non le disturbi non ti pungono, ma io preferisco prenderla larga in mezzo ai campi ed evitarle.

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Prima dell’unico tratto di sterrato della giornata devo attraversare un piccolo fiume, metto i sandali e nel frattempo mi raggiunge anche il ragazzo di Torino e subito dopo i bergamaschi. Visto che ci sono mi fermo un po’ coi piedi a mollo, l’acqua è bella fresca e fa bene ai piedi stanchi.


Alla fine del tratto sterrato passo sotto un cavalcavia della Via Emilia e arrivo a Fiorenzuola, l’ostello e affianco al Duomo però l’accoglienza è dalle 15:30 quindi vado al bar di fronte per un panino e una birra. Quando l’ostello apre ci accoglie una signora, con qualche problema tecnico ci fotocopia le carte d’identità e le credenziali, le timbra e poi ci mostra gli alloggi. In camera con me ritrovo Freddie, il signore francese che c’era anche all’ostello di Montale.

Sarà meglio che mi abituo ad un passo più lento perché la schiena e le spalle sono a posto, ma il ginocchio e la caviglia incominciano ad accusare tutti i km di asfalto di questi primi 3 giorni.

N.passi: 31837